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CELICO
Comune italiano della provincia di Cosenza, Celico si trova ai piedi del monte Serra Stella nella Sila. Il centro urbano si trova a 750 m s.I.m, mentre il punto edificato più alto è la frazione di Manneto. Il territorio è totalmente montano e si sviluppa su una superficie di circa 99 chilometri quadrati.
ORIGINI
Sulle origini del nome Celico si contrappongono due tesi: la prima fa derivare il termine da “Uomo Celeste”, con riferimento all’abate Gioacchino da Fiore che vi nacque nel 1130, l’altra tesi invece, di Vincenzo Padula, fa derivare “Celico” dall’Ebraico Keli-ic (vaso grande e stretto) dalla forma del centro abitato che si allungava sul costone della montagna.
La nascita del paese è legata a quella degli altri casali poco prima dell’anno 1000, i cosiddetti Casali del Manco, poiché collocati a “manchia”, cioè in zona fredda di montagna. L’origine dei Casali la si fa risalire convenzionalmente alle prime incursioni Saracene verso la città di Cosenza, avvenute nel 980 a causa delle quali gli abitanti di Cosenza, cercarono rifugio nella Sila, dove già esistevano realtà abitative di piccoli villaggi di pastori. Proprio a seguito delle incursioni Saracene le “cedule” si popolarono sempre di più sino a costituire un unico grosso agglomerato individuato come Celico Soprano e Celico Sottano.
Sono diversi gli illustri pensatori che nacquero a Celico, tra questi ricordiamo:
* Gioacchino da Fiore: abate, teologo e scrittore, che venne collocato da Dante nel
cielo del Sole per la sapienza del suo Spirito profetico.
* Antonio Serra: economista e padre della moderna scienza dell’economia politica;
* Gioacchino Greco: scacchista vissuto nel 1600 e primo campione internazionale di scacchi, di cui è ancora famosa la nota mossa del “gamberetto”;
* Stanislao Lupinacci: ministro del governo rivoluzionario antiborbonico del 1848;
* Nicola Parrisio: ministro di giustizia dell’ultimo governo borbonico.
LUOGHI D’INTERESSE
* CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO: è il luogo dove è stato battezzato l’Abate Gioacchino. Una iscrizione del 1906, posta sulla facciata, recita:” Sacra haec aedes erat anno 1100 in quo fluorit Abb. Joachim Patritius, magno terremoto concussa an 1905 restaurata Ap. Convincentius Granieri an. 1906”.
La chiesa è a tre navate con una pianta basilicale e con un presbiterio a cupola costruito dove prima c’era l’antica abside. Tale modifica è stata eseguita certamente dopo il 1753. Il vecchio campanile che doveva essere vicino all’abside era stato già rifatto nel XVII secolo davanti alla facciata. Al soffitto troviamo un dipinto del 1787, opera di Cristoforo Santanna, raffigurante San Michele, e sull’altare una pala raffigurante la Madonna dei Cieli con Bambino in Gloria e i santi Giacomo il Maggiore e Giovanni Battista, di Dirck Hendricks, detto Teodoro D’Enrico il Fiammingo.
Nella chiesa inoltre è presente un crocifisso ligneo databile intorno al XV secolo. Al patrimonio della Chiesa appartiene anche un calice antico di vetro soffiato e dorato che, essendo in vetro, si pensava fosse databile al II o III secolo dopo cristo.
* CHIESA DELL’ASSUNTA: questo edificio religioso fu eretto nel XV secolo sul perimetro della casa natale dell’abate Gioacchino da Fiore. Nel 1638 l’edificio uscì indenne nel terribile terremoto che colpì l’area, nonostante tutte le case intorno fossero crollate, questo venne considerato dalla popolazione un prodigio di Giacchino da Fiore. Sulla facciata principale è murata una lapide con un’epigrafe datata 1911 che attesta il luogo come la casa natale dell’abate Gioacchino da Fiore.
* CHIESA DELL’ANNUNZIATA: l’edificio religioso fu eretto prima del 1578, data impressa sulla chiave di volta della facciata principale, ma non si hanno notizie in merito alla sua costruzione. La chiesa è affiancata da una torre campanaria a base quadrata.
* CONVENTO DEI CAPPUCCINI: IL CNVENTO CON L’ANNESSA chiesa di Sant’Antonio, fu costruito come Ordine nel 1591. La struttura nel ‘600 fu dotata di quadri e oggetti in legno e dello stesso periodo è il tabernacolo in madreperla e legno intarsiato.
* CHIESA DI SAN NICOLA: questa chiesa è situata nella parte alta di Celico: il rione Minnitu. Non si ha certezza della sua data di costruzione ed è una struttura a tre navate in stile romanico, affiancata da un campanile.
EVENTI STORICI E TRADIZIONALI
* FESTA DI SAN MICHELE: festa religiosa in onore del Santo e si svolge il 29 settembre di ogni anno;
* SAGRA DELLA PATATA: si tratta di un omaggio all’ortaggio più apprezzato e consumato in tutto il mondo. Sono molti gli stand dove è possibile degustare l’ortaggio nelle sue varie specialità soprattutto nella patata ‘mpacchiusa e cipolla rossa di Tropea e patate col caciocavallo Silano.
GASTRONOMIA
Fra i piatti tipici e caratteristici del territorio silano, non possiamo non annoverare: Agnello della nonna, Lagane all’ascensione, Salsa al Basilico, Risotto alla Calabrese. E cosa c’è di meglio che accompagnare queste bontà culinarie con un ottimo bicchiere di vino? Tra le Aziende più annoverate in Calabria spicca senza ombra di dubbio Spiriti Ebbri, cantina originale e innovativa nata per la passione per il vino di tre amici: Pierpaolo Greco, Damiano Mele e Michele Scrivano. Oggi l’azienda produce, partendo da tre uve coltivate direttamente da loro ma anche da altri vinicoltori fidati di altre zone della regione. Le vigne della Cantina Spiriti Ebbri si estendono per circa tre ettari nella campagna cosentina, nelle località di Lappano, Montefollone e Fascineto. I vini nascono esclusivamente da vitigni autoctoni del territorio come: Magliocco, Gaglioppo, Greco Mantonico e Pecorello. Tra i tanti nomi ricordiamo il Néostos: un vino rosso fermo prodotto in prevalenza con Magliocco, nero d’Avola e Carbet Sauvignon. Il nome Néostos nasce dalla unione dei termini greci Néos che vuol dire nuovo e Nóstos che vuol dire ritorno, si tratta di un rosato che sorprende ed incanta lasciando ricordi di note balsamiche, frutti di bosco e agrumi.
CURIOSITÀ
L’ipotesi più accreditata sull’origine del nome Celico, è quella secondo la quale derivi da Cedule, poiché originariamente il paese era costituito da agglomerati detti cedule, in seguito, per corruzione il termine è divenuto Celico. Le quattro cedule originarie erano: Celico Calderazzi, Celico Cerzito, Celico Supranisi e Minnitu.
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